E’ l’ultimo numero del millennio. La tentazione è forte, eppure non vi parlerò di Y2K, del millennium bug che assilla l’umanità intera o almeno la parte a contatto con la civiltà dei computers. Nella notte a cavallo tra il 1999 ed il 2000, quando tutto sarà compiuto, conosceremo l’impatto reale di questa tappa evolutiva e, mentre ci adopereremo per trovare soluzioni ai problemi concreti, lasceremo spazio nella nostra mente per nuovi dilemmi, nuovi interrogativi, nuove scelte di vita.

Trattando noi l’argomento mobilità nelle sue forme più evolute, vorremmo proporre un interrogativo da queste colonne, in linea con la nostra missione, e sul quale invitiamo i lettori a riflettere con attenzione.

Guidare è un piacere o un dovere?

La domanda ovviamente non è rivolta a quanti lavorano con l’automobile, essendo la risposta scontata, seppure con i dovuti distinguo. Poniamo questa domanda a coloro i quali acquistano l’auto dei loro sogni selezionando accuratamente marca e modello – inseguendo quindi un supposto piacere – si preoccupano di custodirla gelosamente nel periodo di mancato utilizzo – ahiloro, dal lunedì al venerdì il dovere, quello lavorativo, li costringe ad usare altri mezzi – in attesa che venga l’agognato weekend.

“Ma, questo fine settimana si va a sciare! Accidenti ho in garage una trazione posteriore, non è l’ideale, tuttavia … Certo se avessi preso la station wagon che piaceva a mia moglie … Forse andremo con Carlo, lui ha un monovolume spazioso … Chissà cosa se ne fa tutto l’anno …”

Dov’è finito il piacere? In garage per più di 200 giorni all’anno? Inquinato dal dolore – e già perché proprio di dolore si tratta – provocato dai danni inflitti dal caotico traffico odierno?

Se ne potrebbe dedurre che allora siamo di fronte ad un dovere. Debbo possedere l’auto dei miei sogni! Solo dal suo possesso ne traggo piacere?

E se, invece, cercassi il piacere nell’utilizzo dell’auto giusta al momento giusto, lasciando da parte il possesso e tutte le sue conseguenze negative – per le positive, essendo ormai di ardua individuazione, si rimanda ad altro contesto – e stabilendo un nuovo rapporto con l’auto?

Per ora è tutto. Riflettete con calma. Ne riparleremo senz’altro a breve. Benvenuti nel terzo millennio.


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